Medellin, la città dei
fiori
Nella cordigliera centrale, tra i fiumi Magdalena ad est e
Cauca a ovest, nella valle di Aburrà, si distende la citta’ di Medellin. Essa
si sviluppa in lunghezza per circa 40 Km e 20 in larghezza. Il fondo valle si
colloca a 1350 mt. Slm approssimativamente.
E’ incorniciata da montagne che arrivano ad altitudini più elevate,
alcune toccano i 2800 mt. pertanto per uscire da essa è necessario superare dei
passi . Qualche decennio addietro
l’aeroporto, che tutt’ora esiste ma che serve solo brevi linee interne e aerei di piccole dimensioni, situato nella
mezzeria longitudinale della valle, riceveva anche quelli delle linee intercontinentali ed
internazionali, consentendo di arrivare comodamente al centro citta’ ; l’inquinamento dell’aria , acustico e
la difficoltà d’atterraggio, hanno portato alla decisione di spostarlo a Rio
Negro, una bellissima cittadina posta su di un altipiano a 30 Km .
La scomodità
della distanza viene compensata ampiamente dai paesaggi che si incontrano lungo
la strada; per una decina di km si viaggia a circa 2500 mt di altitudine . Praterie
con bestiame al pascolo, piccoli laghi , pini , abeti e fiori di tutti i tipi.
Negozi artigiani che lavorano il legno costruendo mobili rustici e oggetti per turisti . Posti di ristoro , piccoli
ristoranti, aperti 24 ore al giorno, fanno da cornice alla strada. Poi si sale
un po e ,al culmine della salita, una discesa mozzafiato porta a precipizio in
città. Se si arriva di giorno, dall’alto, essa si mostra con l’aspetto di una
normale metropoli, ma se si arriva di sera lo spettacolo è assicurato, riuscendo
a vederla completamente illuminata.
Tutte le città del mondo viste da lontano,
di notte ed illuminate offrono uno spettacolo suggestivo, poi con l’arrivo
delle prime luci, quando tutto e tutti si risvegliano, mostrano il loro vero
volto. Le città sudamericane, (io ho conosciuto solo quelle colombiane), in particolare,
accentuano questo contrasto. Le luci di notte uniformano e rallegrano ma di giorno
si evidenziano i grandi contrasti che in
queste megalopoli indubbiamente esistono. Non parlo solo dal punto di vista
urbanistico, ma anche sociale. Medellin, definita , come tutti sanno , un luogo
dove la primavera alberga tutto l’anno, è divisa in zone: la poverissima , la
povera, la media, (vivono ad esempio impiegati in varie strutture pubbliche e
private), la ricca ,(dirigenti o simili categorie ), e la ricchissima ,(industriali
o proprietari terrieri o di bestiame).
Sezionata in questo modo, per il turista
inesperto che effettua un viaggio di pochi giorni e quindi impossibilitato a
scandagliare a fondo i luoghi, potrebbe ricordarla come meravigliosa , bellissima
, bella , brutta o bruttissima, a seconda delle zone che ha scelto di visitare.
Tutto questo preambolo per dire che io ho avuto la fortuna, per i motivi che
nei precedenti capitoli ho evidenziato, di non aver mai avuto penuria di tempo
e quindi ho potuto vedere e vivere la città, e non solo, a pieno . Ricordo le sue piaghe e i grandi
lussi, l’ opulenza degli esagerati centri commerciali ed i piccoli negozi di
periferia ove per molti la “Panela” , (sottoprodotto della canna da zucchero),
e i “ciciarron”, (una specie di pancetta fritta, comunque buonissimi), sono gli
alimenti della dieta quotidiana, i grandi ristoranti ove i camerieri ti fanno
la ronda e ogni tuo desiderio è esaudito, e le baracche di lamiera con cucine a
legna che preparano i piatti che molti definirebbero volgari ma che io
preferisco di gran lunga.
Colleg Inglesi, tedeschi, israeliani, gesuiti dove la
frequenza costa uno sproposito e per contro istituti statali con le loro limitazioni e orfanotrofi
gestiti da religiose che vivono immerse in una assoluta , dignitosa povertà
aiutate solo da donazioni che di quando in quando qualcuno, facendo un rapido esame di coscienza, si
determina ad offrire, e dai piccoli ospiti diventati adulti in tenera età ,
loro malgrado; che rassettano , rifanno i letti, puliscono il pavimento ,
lavano i piatti , spreparano la tavola, in silenzio , facendo parlare solo gli
occhi che ti guardano senza chiederti nulla. Tutto questo per averlo vissuto e non per
sentito dire. L’ esperienza cosi vissuta ci ha permesso di avere una idea vera
della realtà cittadina.
Noi fortunatamente abbiamo vissuto in un ambiente
agiato e allora questo diventa un paese bellissimo dove il clima ti coccola
tutto l’anno con i suoi tepori , dove, i fiori , le palme i banani gli alberi di
avocado,i boschi di ficus , abbelliscono come giardini botanici tutte
le strade della città. Ed anche con i suoi acquazzoni, che settorialmente si
abbattono , dico settorialmente perché piove in un posto e 500 mt. più avanti
c’è il sole. La gente non usa ombrelli ed i motociclisti attendono sotto i
cavalcavia che cessi di piovere sapendo per esperienza con quale rapidità il
tutto si esaurisce. Volete che vi descriva il parco con le statue di Botero?
No, preferisco descrivere il meraviglioso spettacolo dei mercati generali dove
tutto si trova.
Città dentro la città. Un tripudio di colori di suoni e di
odori immerso in una apparente confusione e disordine . Camion sgangherati che
arrivano sbuffando stracolmi di banane o ananas o pomodoro ,scaricano la merce
all’interno di enormi capannoni già pieni di ogni sorta di frutta e verdura ed
altri che caricano per portarsela nelle periferie per venderla al minuto .
Autisti svegliatisi sicuramente prima dell’alba che gustano con grande voluttà
certe zuppe di non so che cosa , preparate, nei piazzali antistanti ai
magazzini , da qualche ambulante certamente sprovvisto di permesso o scontrino
fiscale . Parcheggiatori che per un peso si piazzano a fianco della tua vettura
e la guardano fino al tuo ritorno .
Sacchi di spezie colorate profumano l’aria , e allora se chiudi gli occhi t’immagini di essere ora in india ora in cina
ora a cuba.
Profumi e folclore del tutto naturali, niente di costruito per turisti i quali vengono osservati con
curiosità ma non assaliti da qualsivoglia commerciante. Anzi quasi indifferenti
a chi passa lungo i corridoi per osservare la mercanzia, e gentili nel
rispondere a qualsiasi informazione si desideri avere riguardo a quanto
esposto. Piccoli locali incastonati in
spazi di risulta degli innumerevoli banchi di esposizione, con qualche
sedia e pochi tavolini, offrono la possibilità di descansar las piernas tomando
algo. Si può anche mettere qualche cosa sotto i denti, piatti semplici ,
gustosi ed economici, gustati assieme ai locali ascoltando i discorsi
,guardando i volti ed osservando le
abitudini di questa gente semplice e cordiale.
Poi uscendo , la luce bianca ed un sole abbagliante ti acceca per qualche secondo. Qualche
cavallo legato alla buona alla staccionata attende paziente il ritorno del
cavaliere, sotto il sole cocente, piegando leggermente una delle zampe
posteriori in posizione di riposo, mentre ai bordi degli enormi piazzali oramai
quasi deserti, contenitori ricolmi di porzioni di frutta e verdura che non è
stato possibile vendere perché ammaccata o fradicia, vengono setacciati da
poveri che da quella cernita trovano il
loro sostentamento. Svariate zone della città , che già di per se ha enormi
polmoni verdi, sono occupate da parchi , campi sportivi e piscine all’aperto
dedicati a tutti, ricchi e poveri. Città industriale ed industriosa , per tutta
la giornata ha impegnate le arterie stradali , pur molto ampie, con traffico
frenetico. Ed anche la metro di superfice che percorre Medellin in lungo ed in
largo, è frequentatissima, cosi pure l’ovovia costruita da poco per agevolare
chi abita nella parte più alta della vallata.
Poi più o meno alle 18 quando il sole ad ovest si nasconde dietro la
cordigliera e le migliaia di luci si accendono, per qualche ora tutto sembra
calmarsi. Ma la notte cittadina rianima
tutto ; piazze, strade, locali, ristoranti, cinema e teatri, sembra che il
domani sia un giorno di festa. Il Tango attrae molto ,sia i locali che i
turisti; non quello figurato. Un uomo corpulento e barbuto di mezza età con
voce cavernosa canta storie d’amore e tradimenti al ritmo cadenzato di una
fisarmonica appoggiata alla coscia del suonatore che con colpi sapienti e
ritmati da il tempo, ed a quello di una chitarra. Il pubblico segue con partecipazione
, sorseggiando tequila , roon o aguardiente e tra un sorso e l’altro qualche
pezzetto di frutta fresca cocco o salatini rinnova il desiderio di ordinare
un’ennesima bottiglia. Artisti di strada si esibiscono nelle piazze e la gente
seduta nelle panche o su qualche gradino , osservano sorseggiando birra.
Nelle
zone più povere si arriva a chiudere qualche strada e tutti all’aperto a
cucinare carne asada suonando strumenti tipici come chitarra , raspa e maracas.
Cantando, mangiando e soprattutto bevendo si fa notte fonda. Pian piano i suoni
, i rumori ed i canti si affievoliscono , sostituiti dal latrare dei cani che
fanno eco da una parte all’altra della
valle e a poco a poco tutto si quieta, ma non mancherà molto che il canto del
gallo e i camion degli spazzini, aiutati nel loro impegno dai gallinacci ,
uccelli neri con il becco adunco simili ad avvoltoi, vadano a disturbare il
giovane sonno di qualche ritardatario, e tutto riprende il suo corso.
La città
è pulitissima in tutti i suoi quartieri. L’efficienza degli operatori ecologici
ed il senso civico della cittadinanza , qualsiasi sia il ceto sociale di
appartenenza, portano ad un risultato
eccellente sotto questo importante aspetto di civiltà. Il centro, che da
noi europei è la parte di maggior
interesse delle città , mostra grossi limiti. Molto affollato e trafficato, non
offre al turista spunti interessanti, se non quello di un quartiere molto vasto
formato da un susseguirsi ininterrotto di negozietti che vendono le cose più
strane. Chioschi, ai bordi delle strade , espongono bicchieri con macedonie di
frutta o mango poco maturo condito con sale e limone.
Succo di canna da
zucchero spremuta al momento diventa una dissetante e gustosa bibita. Per il
resto , grattacieli, uffici , banche e aziende pubbliche, con persone che
entrano ed escono frettolosamente. Si potrebbe camminare nudi per strada senza
essere notati. Poi nel fine settimana, fin dal primo mattino, quando ancora la
condensa brumosa avvolge gli alberi , e i colibrì iniziano a bere dentro i
calici dei fiori la dolce rugiada notturna, la città si spopola . I suoi immediati dintorni offrono molte
opportunità di svago per tutte le tasche. Moltissime aree attrezzate, con tutto
l’occorrente per fare il tradizionale barbecue, sono disseminate tra i boschi
di eucalipto e nelle pendici delle
montagne.
Laghi , cascatelle, torrenti , permettono bellissime gite rilassanti
in mezzo alla natura. Percorsi a cavallo, con guida autorizzata, portano,
attraverso sentieri, a visitare vecchi insediamenti indio dei quali sono
rimaste solo le vestigia, ma che espongono utensili e vari oggetti usati da
questi popoli. “Finche “,(piccole fattorie), fornite di piscina e di ogni
comfort, possono essere affittate a
prezzi super accettabili , permettendo così di trascorrere due giorni completi
in assoluto relax. Ma come si sa tutte le cose belle finiscono presto,( o forse
sono belle proprio per questo), cosi tra
una bottiglia , un asado e un pisolino, al fresco della montagna, arriva
domenica sera e tutti ritornano agli usati pensieri.